COME NASCE FISTOLERA MOTO DELEBIO
Il titolare, Sandro, è il 5° ed ultimo dei figli (tutti motociclisti) di papà Giuseppe "Pepin". E' stesso Pepin a trasmettere, senza peraltro alcun sforzo, la passione per i motori ai ragazzi. Ricordo quando, forse il primo fra tutti, con il suo capriolo 125 portava i figli sul maggengo sito sopra il paese e denominato Piazza Calda seguendo un sentiero "oggi strada carrabile" che sarebbe stata una lunga bella prova di trial diciamo per categoria... gialli o anche verdi.
Ma veniamo alla nascita della ditta Fistolera Moto Delebio: siamo nel '75 e Sandro rientra dopo una breve esperienza di lavoro dalla Valle d’Aosta, in paese si cominciano a vedere un paio di strane e piccole moto, sono le prime trial.
Affascinati dalla novità due dei fratelli Fistolera partono alla volta di Margno in Valsassina dove ha sede la concessionaria Bultaco del compianto amico Gian Vittorio Malugani , saputo della "spedizione" il fratellino Sandro inforca la sua Beta 125 e raggiunge i fratelli , lo stesso giorno si conclude la prima operazione commerciale di Sandro , rinunciando a malincuore al suo Beta 125 lo lascia in permuta a Malugani ed acquista 3 Montesa 250 trial molto malconce con l’intento di utilizzarne le parti per realizzare 2 moto efficienti, preparate le moto nel ex garage di papà Pepin "che poi diventerà l’officina di Sandro" Il crescente interesse per il trial fa si che le due Montesa vengano immediatamente vendute, necessita quindi un’ altra spedizione in quel di Margno e così è e sarà per alcuni anni.
Come dicevamo siamo nel '75, Sandro all’epoca e’ poco più che sedicenne e vuole regolarizzare la sua posizione, prese le dovute informazioni scopre che per un minorenne potersi iscrivere agli artigiani e’ una pratica complessa e lunga al punto da poter richiedere un anno e più per la sua ultimazione; presto fatti i conti con il tempo, decide di aspettare la maggior età ed infatti un mese prima del suo diciottesimo compleanno richiede la iscrizione agli artigiani ottenendo la stessa datata 10 Agosto 1977 vale a dire lo stesso giorno del suo diciottesimo compleanno.
Passa poco più di un anno e sorge il primo grosso problema; il servizio di leva militare, determinante in quell'occasione l'intervento del fratello Fausto all’ora dipendente di una ditta del paese, nelle ore libere e di sabato ha praticamente sostituito il fratello tenendo aperta l’officina per tutto l’anno di leva.
Congedato rientra Sandro che riprende l’attività supportato dall’aiuto del fratello Fausto, che successivamente diventerà socio per circa tre anni per poi aprire una sua officina all’interno dello stesso stabile dove nel 81 si è trasferita la ditta che nello stesso anno consegue la licenza di commercio al minuto,immediatamente il titolare prende contatti con la Betamotor a Maggio chiude il contratto di concessionaria per la zona della bassa Valtellina e l’alto Lario.
Sono passati 20 anni ed il rapporto con Betamotor sì è sempre più consolidato, nel '97 in collaborazione con la casa madre, la concessionaria decide di dedicare una buona dose di energie al servizio ricambi Beta , rinnova il magazzino ricambi, aumentandone la metratura con l’ausilio di un soppalco fino ad ottenere circa 130 mq di superficie, buona parte della quale è dedicata ai ricambi Beta, oggi la concessionaria fornisce oltre ai privati, anche officine delle province di COMO - SONDRIO - LECCO e altre di ricambi originali Beta.
Arriviamo nel '99 e finalmente a seguito di un nuovo contratto d’affitto con il proprietario dell’immobile, si procede ad una parziale ristrutturazione che comprende l’apertura di tre vetrine direttamente sulla SS 38 nonché un ammodernamento generale all’interno del negozio.
L’ azienda che come si è letto sopra è particolarmente dedita al trial decide di aggiungere un secondo marchio e nel 2000 conclude un accordo commerciale con l’importatore Bultaco (oggi Sherco) arriviamo così al 2001 e al titolare della ditta, che nel frattempo è diventato per tutti il "Fisto", viene proposta la concessionaria SYM per tutta la provincia di Sondrio, un impegno gravoso, considerate le modeste dimensioni dell’azienda, e dopo alcune valutazioni , considerando anche l’imminente inserimento nell’azienda del figlio Gianluca, Fisto decide di concludere diventando così concessionario SYM per la provincia, i risultati commerciali non tardano ad arrivare anche in funzione dell’ottimo supporto pubblicitario e del rapporto qualità prezzo dei prodotti.
L’ingresso sul mercato delle mini auto guidabili senza patente induce la ditta a valutare anche questo piccolo settore di mercato che è comunque in costante crescendo, così dopo attente valutazioni della produzione acquisisce i marchi dell’Italiana TASSO e della francese AIXAM.
Ritornando indietro nel tempo, non posso dimenticare di menzionare le marche commercializzate nel corso degli anni cominciando da Bultaco che lasciava il posto ad Italjet , la gloriosa e pluricampione SWM, Garelli, Peugeot e Montesa oltre alle giapponesi YAMAHA e HONDA ancora oggi commercializzate in qualità di rivenditore autorizzato.

UN ANEDOTTO
Tornando alla famiglia Fistolera ci sarebbe parecchio (motociclisticamente parlando ), da raccontare, ma le avventure e gli aneddoti sui sei Pepin sono tante e tanti, sarebbe troppo dispendioso in termini di spazio raccontarvi tutte quelle che conosco, ma un' impresa ve la voglio raccontare.
Il figlio autore del fatto e’ il 3°, Fausto, eravamo intorno al '65 quando al "Rè Faust", all’ora tredicenne, viene in mente di costruire una piccola moto, non ci e’ dato a sapere da quale spunto, fatto sta’ che detto fatto di li’ ad un anno, dal seminterrato di casa Fistolera, utilizzando delle assi , Fausto fa’ salire in superficie la sua creazione.
Era veramente una moto ed era veramente piccola, subito battezzata Sterzi "anche in questo caso non ci e’ dato a sapere da dove spunta il nome", la moto si presentava stupenda nella sua semplicità , il telaio a doppia culla recuperato da un cinquantino dell’epoca, era stato tagliato, accorciato, modificato per ospitare il motore Minarelli un po’ particolare; mi spiego meglio: utilizzando un motore Minarelli a corsa lunga di circa 75 cc ed il cilindro di un altro motore a corsa corta sempre di circa 75 cc “ quindi di maggior alesaggio rispetto al precedente “, ponendo uno spessore di alluminio ricavato da una lastra con la lima tra cilindro e basamento Fausto ha ottenuto un motore di circa 92 cc con delle prestazioni a livello sia di coppia che di allungo veramente molto buone.
Il tutto posava su due ruote di lambretta, vi lascio immaginare le modifiche per adattarle ad una normale forcella anch’essa opportunamente accorciata ed ad un forcellone realizzato artigianalmente , non oso pensare alle grane per adattarvi una corona, ...vi ricordo che stiamo parlando di un ragazzo di tredici anni che opera nel seminterrato di casa con una saldatrice ad elettrodi, un trapanino e pochi altri attrezzi) ... i parafanghi sono stati ricavati da un foglio di lamiera piegato e formato con tanto di risvolti laterali, non ricordo da che moto provenisse il serbatoio, era naturalmente in ferro, piccolo, tondeggiante, giallo con una striscia nera, la sella e’ un altro mistero, comunque il piano sella distava da terra circa 52/58 cm. era una "midi moto", per intenderci poteva essere guidata da un bambino di 6/8 anni senza per questo creare grossi problemi di ospitalità ad un adulto.
Avrete notato che in questo racconto si parla al passato, come se il prototipo in questione non esistesse più, ebbene sì, è così!
Qualche anno dopo al fine di edificare una nuova, casa la vecchia stalla di nonno Santino doveva essere liberata da tutti i rottami fu così che il famoso Sterzi fini dal demolitore, inutili i tentativi di ricerca fatti dai fratelli Fistolera dopo aver scoperto il fattaccio.
Come detto in precedenza avrei ancora tanto da raccontare, mi sono limitato a scrivere di due elementi della mia famiglia.